I L C A L C I O F I L O

La prestigiosa opinione di Beppe De Beppis e' tutti i giorni online

venerdì, aprile 28, 2006

Zenga per i tifosi. Merk sta pagando troppo.

A causa di impegni molto importanti (sono stato invitato come relatore per un ciclo di conferenze che si terra' a Roma) non potro' aggiornare il blog fino a Martedi 2 Maggio.

Walter Zenga e' certo che finira' all'Inter, che sia durante la prossima stagione (in caso di esonero per Mancini) o a Giugno del 2007 non importa. L'ex portiere dei nerazzurri ha fatto molta esperienza (e colto vittorie) in campionati esteri minori ma deve ancora dimostrare il suo valore in un campionato che conta. In quest'ottica il suo arrivo e' stato ritardato di qualche mese e iniziera' a lavorare in Italia con il Livorno. Uno dei motivi per cui non verra' ingaggiato Capello e' proprio questo, Moratti vuole seguire il modello del Milan e consegnare l'Inter agli interisti. Con l'arrivo di Baggio e di Zenga, la squadra potrebbe cercare di ricucire un rapporto sempre piu' logoro con la sua tifoseria, sembrerebbe una mossa politica per poter vivere in serenita' i prossimi anni (Zenga frequentava la curva nord e conserva ottimi rapporti con alcuni suoi esponenti). Mancini comunque iniziera' il prossimo campionato e ha gia' fatto sapere che vorrebbe la cessione di Adriano (cosa che non trova pero' concorde il patron) e la destituzione di Javier Zanetti. La squadra pero' non sara' stravolta completamente, fin quando tutto l'insieme e' in fase di assestamento ci saranno troppi partiti pro o contro qualcuno. L'unico punto fermo per quanto riguarda la rosa sembra essere la cessione di Martins. Il nigeriano ormai non piace a nessuno, l'unico che lo difende e' proprio Adriano ma il giocatore in questo momento non puo' permettersi di sindacare sulle decisione prese nei piani alti di via Durini. C'e' anche da ricordare che la difesa e il centrocampo dell'inter hanno disputato una buona stagione, l'unico vero e proprio neo della squadra e' stato l'attacco, sarebbe quindi controproducente gettare cio' che funziona per salvare cio' che non ha funzionato. Discorso a parte merita Veron che ,a causa delle sue frequenti liti con i compagni e al continuo tiramolla sul suo futuro, potrebbe essere allontanato nonostante l'ottimo rendimento sul campo (soprattutto nella prima parte dell'anno).
Inoltre si vorrebbe capire se Pizarro e' davvero il campioncino ammirato ad Udine o e' l'ennesimo giocatore che si scioglie tra le torri di San Siro.
L'Uefa ha riconosciuto l'errore (sul gol annullato a Sheva) dell'arbitro Merk e il direttore di gara sara' interdetto da tutte le partite di Italia e Ucraina ai prossimi mondiali. La decisione mi sembra folle, l'arbitro e' valido e non si puo' impedirgli di arbitrare due nazionali (di cui una a "rischio" finale) semplicemente perche' ha commesso un errore in buona fede (per quanto pesante). D'altra parte dopo l'accantonamento di Paparesta in favore di De Santis, la classe arbitrale sembra essersi addirittura involuta rispetto ai Byron Moreno d'Oriente.
Domenica la Juventus potrebbe vincere il campionato per la terza volta in un anno, resto convinto che questo accadra' piu' facilmente a Palermo, ma viste le condizioni del Milan (psicologiche e fisiche) non e' escluso che la Signora possa allungare definitivamente gia' da questo turno. In ogni caso mi sento di dire che la Juventus e' la squadra che piu' merita questo scudetto, il Milan ci sta credendo oltre ogni aspettativa ma piu' passano le giornate e piu' sembra di assistere alla storiella di Achille e la tartaruga.

Buffon in parabola discendente : il Milan lo rifuta.

Per diversi anni Gianluigi Buffon e' stato considerato giustamente un fuoriclasse. Il portiere juventino e' uno dei giocatori italiani piu' conosciuti all'estero, ha collezionato premi su premi ed e' il titolare indiscusso della porta azzurra. Qualcosa pero' e' cambiato e la furba dirigenza juventina lo sa. Tra qualche mese potremmo assistere a qualcosa di clamoroso, mai ipotizzabile a settembre. La Juventus ha deciso di smantellare la squadra e ricominciare un progetto, per far questo ha bisogno di liquidi e almeno due cessioni eccellenti sono di dovere. Ibrahimovic ha deluso tutti, la Juve non e' l'Inter e chi sbaglia paga. Il giocatore e' stato un fallimento sul piano sportivo ed umano, chi sperava di poter ammirare un grande fuoriclasse e' rimasto costernato. L'attaccante svedese e' ormai bruciato e sara' ceduto cambiando i piani iniziali che prevedevano invece la vendita dell'altro centravanti, Trezeguet. La seconda cessione eccellente potrebbe essere proprio quella di Buffon, la Juventus sa benissimo che il portiere ha mercato e che questo potrebbe essere l'ultima occasione per rifarsi parte dei 50 milioni di euro spesi per acquistarlo. La Juve si e' resa conto che puo' vincere tranquillamente con Abbiati e allora che senso ha pagare uno stipendio oneroso come quello di Buffon? Con la megasomma accumulata con le cessioni di Ibra e Buffon, la Juventus riscatterebbe Abbiati e comprerebbe Van Nistlerooy, Gerrard e uno tra Chivu e Gallas (dipende come si accordera' con il Milan). Il declino di Buffon sembra essere determinato da almeno tre fattori : il grave infortunio con il conseguente mistero dei tempi di recupero, la sua relazione con la Seredova che pare averlo distratto parecchio e le prestazioni deludenti degli ultimi tempi (raramente quest'anno ha finito una partita senza prendere almeno un gol). Il timore della Juventus e' che il portiere abbia gia' dato il meglio di se' e che crescendo si stia conformando allo standard degli altri. Meglio dunque approfittare del credito che Buffon gode all'estero e venderlo bene quando e' ancora il numero uno. Il Milan prima di avviare la trattativa per lasciare Abbiati ai bianconeri, ha voluto dare la prova del fuoco a Nelson Dida. Il portiere ieri ha tirato fuori una prestazione strepitosa che gli e' valsa la conferma (accanto ad un giovane portiere italiano da far crescere). Tre parate (inutili, vista la eliminazione del Milan) potrebbero muovere l'intero mercato dei portieri. Proprio per questi motivi il Milan ha rifiutato di comprare Buffon e invece ha proposto alla Juve uno scambio alla pari Camoranesi-Abbiati.
Vi informero' sugli sviluppi.

ATTENZIONE : Beppe De Beppis ha ricevuto numerose email in cui si contestava la scelta dei sei giocatori del Milan utilizzati per calcolare la media dell'eta' della difesa.
Le proteste sono arrivate tutte da tifosi interisti, che hanno criticato la sua scelta di non considerare ne' Costacurta ne' Maldini. Beppe De Beppis ha deciso in via eccezionale di riconsiderare la sua opinione e ha rifatto lo stesso calcolo prendendo in esame tutti i 9 difensori di Milan e Inter. La media risultante (a questo punto incontestabile) dice che la difesa del Milan e' solo 2 anni e 3 mesi piu' vecchia di quella interista. Alla luce di questi nuovi fatti confermo al 100% il mio vecchio articolo e ribadisco che chi ha ironizzato sui "vecchietti" del Milan lo ha fatto senza numeri alla mano e per il solo amor di polemica. La verita' e' che la differenza tra le due difese milanesi e' davvero minima (sia d'eta' che di rendimento)
Inter : 30.1 anni * gol subiti 25 **
Milan : 32.4 anni * gol subiti 27 **

* Eta' aggiornate al Dicembre 2005
** reti subite in Serie A (le partite in CL non si equivalgono ne' per numero di partite giocate ne' per forza dell'avversario, non e' possibile trarne una statistica accettabile)

giovedì, aprile 27, 2006

Champions, la migliore finale. L'inter cerca un capitano.

Tutto come previsto dopo l'andata, A Parigi a contendersi la Champion's League ci saranno Barcelona e Arsenal, le uniche due squadre a non avere mai perso durante tutta la competizione. Una sfida affascinante che vede in scena le ex grandi deluse delle ultime competizioni continentali. Per queste due nobili d'Europa e' arrivato il momento del riscatto, una delle due lascera' le passate amarezza e occupera' il trono lasciato vacante dal Liverpool. Il mio pronostico va al Barcelona, squadra meno impressionante di quanto si poteva pensare (lo sterile successo sul Milan lo dimostra) ma capace di amministrare il vantaggio e di cambiare volto a qualsiasi partita grazie ad una illuminazione di Ronaldinho o ad uno scatto di Eto'o. Il Milan e' uscito a testa alta, il pubblico del Camp Nou che si aspettava una prova di forza e' rimasto deluso, quel che conta pero' e' aver messo la testa davanti ed aver strappato i biglietti per Parigi. Il gol di Sheva era valido ma e' inutile recriminare, in 180 minuti c'era tutto il tempo per fare un gol piu' solare. Il Milan esce sconfitto ma chi sperava nel fallimento e' rimasto deluso, i rossoneri oltre ad essersi confermati la prima squadra italiana n Europa (tre volte tra le prime quattro negli ultimi quattro anni), hanno anche dimostrato di poter tener testa a quella che e' considerata la squadra piu' forte e spettacolare d'Europa. Perdere in semifinale contro la prima della Liga ci puo' stare, uscire nei quarti contro la decima dello stesso campionato no. Per questo motivo il tonfo dell'Inter lascera' strascichi maggiori, Moratti dopo l'ennesima minaccia di lasciare (Martin del Madrid ha abbandonato dopo due mesi, Florentino Perez aveva abbandonato nonostante anni di grandi successi) ha deciso di restare al timone, quel che e' certo e' che cadranno teste molte importanti. La prima a saltare sara' quella di Marco Branca, il suo posto sara' occupato da Roberto Baggio. Una scelta piu' di cuore che di testa che sicuramente fara' discutere, il divin codino lo avevamo infatti lasciato alle battute di caccia argentine e improvvisamente potremmo ritrovarlo come dirigente di una squadra che ambisce a vincere tutto. L'Argentina inizia ad essere troppo ricorrente nei destini dell'Inter. La seconda testa a cadere e' quella di Martins. L'attaccante nigeriano si e' giocato le sue chances e gli sara' trovata una sistemazione preferibilmente all'estero, al suo posto arrivera' Lucarelli da Livorno. Le altre due teste sono ancora attaccate a un brandello. Una e' quella di Roberto Mancini. L'allenatore sara' confermato ma Moratti non e' piu' innamorato di lui come un tempo, altre sirene lo distraggono e al primo passo falso potrebbero indurlo a cambiare il progetto iniziato due anni fa. In tal caso non si potrebbe prendere unallenatore affermato (Capello non prenderebbe mai una squadra a Novembre) ma si sceglierebbe un allenatore giovane ed ambizioso che ha l'Inter nel cuore ed entusiasmerebbe i tifosi. Ha appena vinto lo scudetto con la Stella Rossa e ha fatto prima il portiere e poi il teleimbonitore. Stiamo parlando di Walter Zenga, considerato in orbita Livorno ma che per la sua Inter si libererebbe pure da un patto col diavolo (quello vero, perche' al Milan non andrebbe mai). I contatti con via Durini sono sempre intensi ed ultimamente piu' spinti. L'altra testa in bilico e' quella di Javier Zanetti. L'argentino e' apprezzato da tutti ma ha dimostrato negli anni di non avere la stoffa del Capitano, poca grinta nei momenti che contano e troppa rassegnazione davanti ai microfoni. La prova lampante e' che lo spogliatoio si sia rotto piu' volte e Zanetti non e' mai parso in grado di poter metterci una pezza. La sua autorita' e' indiscussa sulla carta ma poi tra mura di casa sono altri (e troppi) quelli che alzano la voce. Il pericolo e' che mancando il collante si vengano a creare fazioni sempre piu' accese e delineate, situazione che quest'anno ha gia' creato piu' di un imbarazzo. Se arriva un'offerta Zanetti sara' venduto e la fascia passera' temporaneamente a Cordoba. L'unica difficolta' e' che il capitano non sembra aver mercato appetibile. Per lo stesso motivo dello spogliatoio e' stato fatto capire a Veron che la societa' gradirebbe un suo ritorno in Argentina, si vorrebbe puntare ancora su Adriano (il cui fallimento si coprirebbe con la cessione del caprio espiatorio Martins) e per togliergli ogni alibi gli si vuole creare un ambiente sereno. Il sacrificio di Martins, Veron, Zanetti J. e forse Mancini, sarebbe un chiaro segnale in tal senso. La stagione sembra dunque ormai finita, la Coppa Italia non conta quasi niente per spostare gli equilibri, l'unica squadra che potrebbe trarne benefici e' la Roma : dopo un filotto da record restera' fuori dalla Champions , se dovesse fallire anche il piccolo obiettivo della Coppa nazionale, quelle undici vittorie avrebbero solo il sapore di una beffa.

mercoledì, aprile 26, 2006

Cosi' Laporta ha cambiato il Barcelona

I tifosi del Barcelona sono sempre stati molto vicino alla squadra. Cosi' entusiasti che un tempo, pur di godersi la partita, si siedevano a penzoloni sul parapetto dello stadio. Avete presente le fotografie degli operai a cavalcioni sui ferri della Tour Eiffel? O i muratori in pausa pranzo su travi in cima ai grattacieli americani? Immaginatevi la stessa scena in uno stadio. Tifosi sgranocchiare "pipas" e bere birra, sciarpa azulgrana al collo, grida nel piu' stretto catalano. Ci immaginiamo le loro mani stringere il muretto e il loro torace proteso in avanti verso il campo, teso e vibrante in direzione del pallone. Da sotto, dal marciapiede dello stadio, da dietro quei tifosi, l'immagine era ancor piu' da cartolina in bianco e nero : sul parapetto delle tribune si vedeva una fila di sederi scoperti. Nacque cosi' l'appellativo "cule'", con cui ancora oggi vengono identificati i tifosi del Barcelona. Un po' come l'analogo "gobbi" che si usa per gli juventini, la differenza e' che se i gobbi erano i giocatori (a causa di uno strano gioco di pieghe delle magliette in dotazione), i cule' erano proprio i tifosi.
La stagione '98-'99 e' il primo spartiacque : il Barcelona vince la Liga e Madrid sogna di tornare il Grande Real delle 5 Coppe Campioni consecutive. Per un progetto ambizioso ci vuole un condottiero ambizioso, Lorenzo Sanz non va piu' bene. Le elezioni societarie le vince Florentino Perez e il suo asso nella manica e' un colpaccio inimmaginabile; non solo un acquisto eccezionale ma addirittura uno sfregio nei confronti dei rivali di sempre del Barça : l'acquisto di Luis Figo. Il portoghese giocava da cinque anni nel Barcelona ed era il simbolo di una squadra e di una citta', un grande campione che si diceva legatissimo al suo club. In realta' aveva gia' firmato l'anno due anni prima con ben due club italiani (Parma e Juventus) e flirtato con il Milan del Capello bis. Delle ombre fastidiose che comunque mai avrebbero fatto pensare alla piu' grave delle infamie di cui puo' macchiarsi un giocatore del Barca : passare al Real Madrid. Tra Perez e Figo e' gia' tutto fatto, se Florentino vince il portoghese lo raggiunge. Cosi' avviene e Luis Figo diventa il secondo pezzo pregiato della presidenza Perez, il primo gia' era in casa, si chiamava Raul ed era cresciuto nelle giovanili dell'altro storico rivale : l'Atletico Madrid. Un ex barcelonista e un ex colchonero, curioso iniziare da loro due per ridare un'immagine al Madrid. Anno dopo anno inizia la poltica dei "galacticos", il Real Madrid deve diventare la squadra piu' forte e conosciuta al mondo e per far questo ogni anno bisogna comprare il calciatore piu' forte sulla piazza. Piu' il progetto va avanti e piu' e' facile comprare i giocatori, il richiamo di far parte dei galacticos e' troppo forte anche per insospettabili ritenuti incedibili dal club di appartenenza. Cosi' arrivano Zidane e Ronaldo. Il meglio. Il Madrid trionfa in Europa e nella Liga, organizza trasferte con gettoni milionari e ogni sponsorizzazione e' una miniera d'oro. Dopo i primi tre anni Florentino viene divorato dal suo stesso sogno, le sue ambizioni lo spingono a scelte piu' mediatiche che tecniche. I giocatori sembrano star hollywoodiane, la stampa esalta le loro gesta, le classifiche di vendita delle magliette diventano piu' importante delle classifiche che interessano ai tifosi, quelle sportive. A Florentino interessa ormai solo far parlare di se', i difensori non vendono e non fanno sognare, ci vuole chi segna e dribbla, chi fa sognare i tifosi diventa piu' importante di chi puo' far vincere la squadra. Ci vorrebbe un difensore ma arriva David Beckam, un tipo da copertina che e' solo il tassello mancante in quel puzzle di denaro. Riflettori, moda, magliette, spot, fama : l'universo galacticos ne e' goloso, troppo. E infatti implode. Quando arriva Beckam siamo nel 2003 e Gaspart lo stesso anno ha lasciato la presidenza del Barca ed un ambiente che si andava rassegnando a vedere i rivali dominare, ci vuole una scossa e si spera che a darla sia il nuovo presidente. I candidati alla successione di Gaspart sono sei, i piu' accreditati Lluìs Bassat e Joan Laporta. Bisogna accattivarsi i tifosi con una promessa simile a quella che permise a Perez di conquistare Madrid, bisogna promettere un colpaccio. Laporta ha in mente un nome : David Beckam. Sbandiera alla stampa che ha gia' in mano il suo impegno scritto ma Perez controbatte che l'inglese sara' suo. Uno dei due mente ma Laporta vince le elezioni. E' il 15 Giugno 2003. Un'altra data da ricordare, un altro spartiacque nella storia recente del calcio spagnolo. L'avventura inizia male : David Beckam firma per il Madrid, il prestigio e il richiamo dei galacticos sono superiori alla prospettiva di approdare in una squadra che e' tutto un punto interrogativo. Laporta deve rimediare al piu' presto, deve trovare qualcuno su cui ripiegare che possa sostituire Beckam e calmare i tifosi cule'. Il ripiego arriva dalla Francia, gioca nel PSG e ha un viso da cartone animato : si chiama Ronaldinho, ne parlano un gran bene ma non ha ancora dimostrato cosa vale realmente. Il progetto ha cosi' inizio, anche qui si parte dalla seconda mattonella, la prima c'e' gia' ed e' il capitano (come lo era Raul per Perez) ma in questo caso senza strani trascorsi : e' Carles Puyol, catalano doc , cresciuto nel Barcelona e legato visceralmente alla sua terra. Un Totti catalano, per intenderci. Quella stagione vincera' il Valencia ma qualcosa sta cambiando. Siamo nel Marzo 2004 e la Spagna e' sconvolta dagli attentati terroristici a Madrid, qualche girono dopo ci sono le elezioni e Zapatero viene eletto e succede ad Aznar.
Jose Maria Aznar del PP (centrodestra) e' un grande tifoso del Real Madrid, Jose' Luis Zapatero del PSOE (centrosinistra) e' invece un cule' sfegatato. Anche al governo c'e' il cambio di testimone. In estate il Barcelona si vendichera' a distanza di tempo del caso Figo; Samuel Eto'o e' di proprieta' del Real Madrid ma e' stato mandato a giocare nel Mallorca. L'attaccante africano si mette in luce e torna immediatamente di moda negli ambienti del Madrid, il suo contratto e' pero in scadenza e lui si rifiuta di rinnovarlo. Non ha digerito l'essere stato scaricato e mandato al Mallorca e ha punito il vecchio club firmando con il Barça.Il Barcelona non si ferma e dal Porto neo-campione d'Europa arriva un'altra stella, Deco. Laporta sta seguendo le orme di Perez ma con piu' intelligenza, ai riflettori preferisce la composizione di una rosa coerente e forte in ogni reparto. Florentino invece compra l'ennesimo pallone d'oro, l'ennesimo attaccante inutile : Michael Owen. I risultati arrivano e finalmente la Liga 2004-05 e' di marca azulgrana. I catalani vincono proprio davanti al Madrid e la beffa peggiore arrivera' da quell'Eto'o (secondo cannoniere dietro al pichichi Forlan) che oltre ad aver trascinato i suoi a suon di gol, prende in mano un megafono e come un capopopolo intona un coro sotto la curva del Barça : "Madrid Cabron, saluda el campeon". Il Madrid si sfalda allenatore dopo allenatore, arrivano Luxemburgo, Sacchi, Samuel, Robinho, Cassano : tutti un fallimento. Figo e' andato all'Inter, Zidane e Roberto Carlos fanno i conti col tempo, Ronaldo si becca con i suoi stessi tifosi : la grande epoca dei galacticos si chiude. Il Barcelona senza spendere un euro ha invece tra le mani il campione del futuro, Lionel Messi.Il Madrid viene eliminato dalla CL prima dalla Juve e poi dall'Arsenal, in classifica sono di nuovo dietro al Barcelona e soprattutto il futuro non lascia presagire nulla di nuovo, la scarsa programmazione di Perez viene al pettine. Gli avversari di sempre intanto dominano la Liga , li umiliano nella "Clasica" (standing ovation dei tifosi del Madrid all'ex ripiego Ronaldinho) e sono considerati i piu' probabili vincitori della CL. Anche il pallone d'oro che sembrava affare blanco si tinge improvvisamente di azulgrana, lo vince Ronaldinho, il nuovo simbolo di una squadra che diverte e si diverte. Il Madrid i palloni d'oro li comprava, il Barça se lo e' fatto in casa : un altro indizio di due modi differenti di gestire una squadra. Quando la Liga e' ormai sicura per il secondo anno di fila, a Laporta manca solo un traguardo per completare il suo successo : la Champions League. Il traguardo e' sempre piu' vicino, la sorte ha regalato una semifinale tra i due club piu' spettacolari d'Europa : loro ed il Milan. Il Milan sembra l'ultimo ostacolo serio prima dell'arrivo, l'ultima curva prima della conquista dell'Europa e della definitiva consapevolezza di aver sostituito il Madrid nell'immaginario collettivo. Quello che prima veniva invidiato agli altri adesso potrebbe essere loro, dei cule'.
Stasera saranno tutti li', idealmente con il sedere scoperto in direzione dei Figo e dei Beckam del passato, dei Perez e dei madridisti di inizio millenio. Eto'o ha una gran voglia di riprendere in mano quel megafono, Carlo Ancelotti (probabile futuro allenatore proprio del Madrid) ha il compito di strapparglielo dalle mani. Se ce la fara' lo vedremo tra poche ore, quel che e' sicuro e' che proprio come Aznar, un altro presidente tifoso dei rivali (per usare un eufemismo) ha appena perso le elezioni. Anche lui e' di centrodestra. Sono presagi anche questi nel mondo cule'.


Errata Corrige : Mi e' stato segnalato un errore nell'articolo di ieri: nel calcolo dell'eta' media dei giocatori dell'Inter ho preso in considerazione Mihajlovic al posto di Burdisso (ha piu' presenze). Rifacendo i calcoli viene per l'Inte run'eta' media di 29,5 anni, quindi inferiore di un anno e mezzo a quella del Milan. Me ne scuso con i lettori e ringrazio Sebastian per la segnalazione.

martedì, aprile 25, 2006

Milan : il luogo comune sulla difesa

Ogni stagione calcistica e' una miniera di luoghi comuni che si ripetono come tormentoni per tutta la durata del Campionato. L'ingrediente che fa di qualsiasi affermazione o assioma un tormentone, e' l'esagerazione. Un ritornello che abbiamo sentito spesso quest'anno riguarda la difesa del Milan, considerata vecchia e instabile.
Una falsa verita' che ha portato a numerosi sfotto' avversari, sfotto' che pur non trovando riscontro tangibile nei fatti sono cosi' perpetrati da convincere molti milanisti stessi del ribaltamento della realta'.
La realta' e' invece ben diversa.
Il Milan ha subito 5 gol in piu' della Juventus e 2 gol in piu' dall'Inter, una differenza complessiva di 7 gol che sono facilmente ammortizzati dai 27 gol in piu' realizzati complessivamente. Se si vince con scarti di tre o quattro gol e' anche piu' facile subirne uno, un po' per un fisiologico allentamento della difesa e un po' per una mentalita' offensiva che lascia piu' spazi agli avanti avversari.
La Juve prende un gol ogni 137 minuti, l'Inter uno ogni 121 minuti ed il Milan subisce una rete ogni 112 primi.
Sistemata la questione numerica c'e' da affrontare anche il tema anagrafico spesso sbandierato col sorriso. E' proprio vero che la difesa del Milan e' vecchia? La linea difensiva titolare e' stata composta da Serginho (34) , Kaladze (27) , Nesta (29) e Cafu (35) , i primi sostituti sono stati Stam (33) e Jankulowsky (28). Una media di 31 anni.
La sorpresa arriva dalla difesa dell'Inter , la cui media con 31,6 anni e' addirittura superiore a quella dei cugini (considerando sempre i 4 titolari piu' le prime due riserve). Se la cava decisamente meglio la Juventus con una media di 28 anni. Le differenze se ci sono sono dunque trascurabili, sopratutto tra Milan e Inter (difesa interista piu' vecchia di poco e difesa milanista con due gol in piu' al passivo). Credo che bastino questi dati a sfatare questo luogo comune. In quest'ottica si puo' dunque capire perche' il Milan abbia scelto Favalli come tappabuchi e abbia deciso di rinnovare il contratto a Cafu', un pluricampione del mondo che e' un po' l'equivalente di Figo nell'Inter (non prezioso ma preziosissimo). Certamente serve anche qualche rinforzo piu' giovane per costruire un futuro, rinforzo a cui si sta lavorando da tempo e che sicuramente arrivera' in estate (probabilmente insieme a Crespo dal Chelsea). Se c'e' un problema invece riguarda la porta e al Milan stanno cercando una soluzione anche a questo. Kalac dovrebbe essere venduto, e' stato gia' preso Coppola e Sebastiano Rossi sara' il nuovo allenatore dei portieri. Sul nuovo titolare ancora tutto e' in bilico, Dida, seppur ai minimi storici, non e' stato ancora accantonato del tutto, sicuramente gli sara' pero' messo alle costole un portiere piu' giovane (e italiano) pronto a subentrare ai primi segnali di crisi. La porta e' un problema che afflige anche l'Inter che dopo aver chiesto Abbiati al Milan (ricevendo un secco rifiuto) sta ripiegando su altri obiettivi.La Juventus preoccupata dai problemi di Buffon tentera' di riscattare Abbiati (ma il portiere vuole troppe garanzie) o di riportare Peruzzi a Torino. L'evoluzione del mercato ci portera' comunque a nuove considerazioni ora premature, se ne potra' parlare un'intera estate e magari individuare il nuovo tormentone che ci accompagnera' tutto l'anno fino ad essere smentito clamorosamente dai fatti. Proprio come questo sulla difesa del Milan.

lunedì, aprile 24, 2006

Anche il cielo tifa Barça, Martins verso la cessione

Non bastavano le truppe del generale Franza che hanno decimato il Milan, non bastava il risultato molto complicato (per usare un eufemismo) dell'andata, non bastava il momento no di alcuni giocatori fondamentali (Dida, Sheva, Pirlo su tutti). A complicare le cose ci si e' messo anche il cielo. Il Barcelona era in scena domenica sera contro il Sevilla, una delle squadre piu' toste della Liga. Per toste intendo dire che hanno proprio fama di "picchiatori", cosa che aveva preoccupato moltissimo Rjikaard che temeva di vedersi riempire l'infermeria proprio come e' successo sabato al Milan. Siviglia e' una citta' splendida, i suoi colori sono messi in risalto dalla luce che riempie generosa i vicoli della Macarena o di Triana, le strade sono impreziosite dall'architettura araba che fa capolino tra un bar di tapas e un chioschetto di caramelle, gli alberi di arance disseminati lungo i marciapiedi prufumano l'aria e saziano la vista. Un caldo infernale a Siviglia. In agosto si arriva anche a 50 gradi e la gente per trovare ristoro si sdraia sui pavimenti in marmo o si bagna nelle acque del Guadalquivir. Ieri no. Il cielo di questi tempi pare essere azulgrana, fonde alba e tramonto e con la sciarpa al collo decide di regalare a Sevilla un diluvio memorabile. La partita ' giustamente sospesa, il Barcelona riposa e sfugge al trattamento speciale che la squadra andalusa suole riservare ai suoi invitati (contrariamente al Milan che ha giocato nel caldo torrido di Messina). D'altra parte che in Catalunya siano contrari alle corride e' risaputo. Una corrida alla quale sembra non possa scampare Martins, il giocatore paghera' probabilmente anche gli errori di Adriano e la sua cessione (inizialmente in prestito, ma si tratta di quei prestiti senza ritorno) e' stata gia' decisa dalla dirigenza. L'avventura in nerazzurro del nigeriano e' durata anche troppo, il giocatore non e' di categoria e se non fosse stato un personaggio troppo facilmente mediatico avrebbe pagato ben prima. E' vero che viene dalla primavera, e' vero che e' giovane, ma queste caratteristiche le aveva anche Giovanni Pasquale (l'ennesimo nuovo Roberto Carlos solo per un mese). Pasquale pero' non era mediaticamente accattivante, non ha fatto presa sui tifosi ed e' andato senza troppi rimpianti. Un corso di ginnastica artistica poteva forse giovargli. Martins invece continua a piacere a molti, ma piace piu' per quello che si vorrebbe che fosse che per quello che e' stato effettivamente. Un giocatore dalla faccia simpatica, rapido, giovane, cresciuto in casa e che esultava in maniera originale molti lo hanno fortissimamente desiderato titolare, una storia da libro cuore. La sua stagione disastrosa ha messo pero'in luce che se non si conoscono i fondamentali del calcio c'e' ben poco da fare. All'ennesimo scivolone, i tifosi hanno iniziato a rumoreggiare e la dirigenza ha capito che il fuoco di paglia si e' spento e non ne e' rimasto che un rozzo attaccante da provinciale. Per lui si cerchera' una sistemazione. Tavano e Lucarelli gia' si contendono il suo armadietto.

domenica, aprile 23, 2006

Finito il ciclo della Juve, primi colpi dell'Inter, Milan tra mille dubbi

La Juventus ha esaurito il grande ciclo iniziato con questo assetto societario.
I tre allenatori finora piu' significativi (Lippi, Ancelotti, Capello) sono sempre riusciti a vincere o ad arrivarci vicino. Di solito il ciclo di una squadra e' determinato da un tal allenatore e da un nocciolo duro nello spogliatoio. La Juventus ha invece completato un ciclo in termini piu' ampi, alternanza di giocatori ed allenatori che hanno sempre seguito un certo progetto e filosofia. La Juventus della triade sara' ricordata come la Juventus rocciosa e dura a morire, la Juve dalle regole ferree e inapellabili, chiusa nel suo fortino qualunque cosa succeda. Il ciclo della triade consegna alla storia anche una Juventus capace di allungare le distanze in Italia ma allo stesso tempo disastrosa in Europa nelle partite importanti. Con questo scudetto vinto tre volte nella stessa stagione (in inverno, dopo Lecce-Milan e presumibilmente a Palermo)si esaurisce questo periodo memorabile. La squadra sembra destinata a subire un periodo di assestamento in cui cedera' il passo ad altre squadre (il nuovo Milan di Donadoni o la nuova Inter di Capello), avvisaglie presenti in questo final di stagione e che non sono che il segnale che e' davvero finita. Lo scudetto alla Juventus non sfuggira' (e' altamente improbabile che il Milan vinca tutte le partite e allo stesso tempo la juve ne perda una o ne pareggi due) ma lo champagne lascera' strascichi importanti. La dirigenza lascera' e ed emigrera' altrove (Giraudo al Milan o alla FIGC, Moggi all'Inter), Capello ha gia' trovato l'intesa con l'Inter, la squadra sara' quasi interamente epurata.
Camoranesi e' seguito con interesse dal Milan, Nedved lascera' e con lui tutta la vecchia guardia tranne Del Piero. Altri due pezzi da novanta saranno ceduti : uno e' Viera (inseguito dal Real Madrid) e l'altro e' da definire tra Ibrahimovic e Trezeguet. Il grosso punto interrogativo e' sull'allenatore, seguendo il recente passato filo-francese della Signora potrebbe essere Wenger.
Il Milan cambiera' poco nonostante il secondo anno di fila senza successi. Carlo Ancelotti ha deciso di lasciare e perfezionera' il contratto con il Madrid. I rossoneri sul mercato faranno poi i soliti ritocchi senza cessioni eccellenti ma con un grande acquisto a centrocampo. Probabile il ritorno di Crespo dal Chelsea e sicura la cessione di Amoroso. Il dubbio riguarda la porta, Dida pare ormai destinato a perdere il posto da titolare ma questo avverra' probabilmente gradualmente, con l'acquisto di un giovane portiere italiano. L'Inter vendera' Martins e se davvero arrivera' Capello terra' Adriano. La corsa verso Henry e' troppo difficile e cosi' verranno comprati Tavano e Lucarelli (sembra gia' tutto fatto, il giocatore sta iniziando a preparare il caldo ambiente livornese). Molti di questi colpi si potranno ufficializzare solo dopo i Mondiali, alcuni dipendono direttamente dalla convocazione o meno di Lippi (Lucarelli), altri saranno immediati (Donadoni).

Invito tutti ad essere educati nei commenti o mi vedro' costretto a moderarli, cosa che non mi piace per niente.
Beppe De Beppis e' qui tutti i giorni per darvi le notizie e farvi conoscere il suo autorevole parere, potete non essere d'accordo ma esprimetelo in maniera civile. Grazie.

sabato, aprile 22, 2006

Franza o le discoteche : chi il vero male del calcio?

Le discoteche sono frequentate da sempre dai calciatori, lo stesso Paolo Maldini, citato da tutti come esempio di professionalita', ha legato il suo nome a una delle discoteche piu' conosciute di Milano (l'Hollywood).
Sono ragazzi giovani e ricchi, sanno che le ragazze gli cadono ai piedi, la cosa piu' normale a questo mondo e' rialzarle ed accompagnarle in qualche camera d'albergo. Da sempre sesso&calcio hanno costituito un binomio inossidabile, sembra ipocrita scandalizzarsi adesso solo perche' lo fa Adriano. La maggioranza dei calciatori di serie A sono fidanzati con donne bellissime spesso dello spettacolo, le avranno conosciute in chiesa? Davvero pensate che tutti i calciatori vadano a letto alle 21 dopo aver bevuto una tazza di latte? La storia della discoteca e' stata utilizzata da alcuni semplicemente per non voler ammettere che Adriano e' stato un bluff. Il giocatore e' scarso, ha finito il credito accumulato grazie al suo micidiale sinistro e in qualche modo si deve pur giustificare chi lo ha definito un fuoriclasse alla terza punizione azzeccata : "sta pensando ai mondiali", "va troppo in discoteca". Balle. La vita non regolata di certo non aiuta ma i veri campioni non si sciolgono davanti alla porta solo perche' han dormito qualche ora di meno. Un vero campione sa stoppare un pallone anche se sei ore prima si e' bevuto un paio di daiquiri, potrebbe avere problemi nel compiere scorribande sulla fascia ma non certo nel centrare la porta da sei metri.Il vero male del calcio non va cercato nelle discoteche ma nei presidenti come Franza. Utilizzare la parola "guerra" per preparare una partita e' qualcosa di vergognoso, se le sue intenzioni erano quelle di dar la carica ai propri tifosi e giocatori, il signor Franza dovra' anche avere il coraggio di rispondere in tribunale su eventuali fatti di violenza che potrebbero scaturire dalle sue parole. Il presidente del Messina si e' sentito probabilmente tradito da Berlusconi, che in campagna elettorale aveva promesso aiuti (mai arrivati) alla sua squadra. Questo pero' non giustifica l'utilizzo della parola "guerra", non si puo'fomentare una citta' perche' Borriello e' andato al Treviso anziche' al Messina. Due decenni fa era impossibile andare in trasferta a Napoli perche' i tifosi si accalcavano sotto l'hotel che ospitava la squadra avversaria e tenevano svegli tutta la notte i calciatori con schiamazzi e rumori di clacson o pentole. Una "violenza" psicologica fastidiosa ma spesso fine a se stessa. A Messina la situazione e' gia' di per se' incandescente (se i giallorossi perdono si giocano la permanenza in serie A) e non era il caso di appesantirla in questo modo.
Il Milan ,per evitare problemi, ha deciso di cambiare hotel alloggiando fuori citta'. E se anche li' dovessero arrivare i disturbatori, dormire per non dormire, potrebbero andare tutti in discoteca. Non sarebbe questo il male del calcio.

venerdì, aprile 21, 2006

L'Inter deve buttare le speranze e cercare le certezze.

Comunque finisca la stagione dell'Inter sara' inevitabile dover apportare profondi cambiamenti sia tecnici che dirigenziali. Il problema dell'Inter di quest'anno e' stato quello di affidarsi a troppe speranze e poche certezze. Le uniche certezze gia' esistenti e dalle quali ripartire sono due : la difesa e la guida tecnica. Mancini non e' uno dei migliori allenatori d'Europa ma ha plasmato la squadra pazientemente e sarebbe folle toglierla a causa di problemi che non lo riguardano direttamente. L'altra certezza e' la difesa : le difese di Milan, Juventus ed Inter si equivalgono. Il punto e' pero' rendersi conto che con troppe speranze si rischia di non arrivare a nulla di concreto (come quest'anno), il punto debole dell'Inter e' stato l'attacco e guarda caso tre giocatori su quattro erano "speranze". Recoba, Martins ed Adriano non sono nemmeno tra i primi 30 attaccanti al mondo. Recoba e' l'"eterna speranza", spesso rotto e mai decisivo nelle partite che contano. Martins e' un giocatore simpatico, bravissimo con le capriole e la corsa ma molto meno bravo con il pallone. Adriano e' il grande bluff degli ultimi anni, bisognera' abituarsi all'idea di essersi sbagliati nel giudicarlo fuoriclasse o campione troppo in fretta. L'unico vero attaccante dell'Inter e' Julio Cruz ma non avendo lo stesso appeal degli altri tre sara' destinato a lasciare in sordina la Pinetina. L'Inter deve quindi lasciar perdere le speranze e comprare qualche certezza (in difesa c'era Samuel non un trapezista rumeno con i capelli arancioni). L'unica certezza che puo' risollevare le sorti dell'attacco si chiama Henry. Il problema sara' convincerlo ad accettare l'Inter nonostante le sirene catalane, se si dovesse riuscire a comprarlo, lui e Lucarelli (per acquistarlo basta alzare la cornetta) sarebbero le due certezze da cui ripartire. La porta la si potrebbe affidare a qualunque portiere da serie A, Toldo va benissimo, in alternativa De Sanctis. Il centrocampo e' quasi fatto ma si deve avere il coraggio di liquidare Veron indipendentemente dai capricci della sua famiglia. Il giocatore e' una mina vagante nello spogliatoio ed inoltre non assicura nessun futuro nemmeno a breve termine.La scelta giusta e' puntare su Pizarro e fare affidamento sugli ottimi Figo, Stankovic e Cambiasso. La societa' infine dovrebbe contrattare immediatamente un uomo come Baldini e metter fine all'insolita alternanza di personaggi con ruoli poco chiari che finiscono solo con l'aggiungere nebbia a nebbia.
L'unico pericolo per l'Inter e' quello di non fare questi cambiamenti semplicemente per non dover dire "ho sbagliato" oppure "era solo un bel sogno". La Coppa Italia fin quando non cambiera' formula non la terro' nemmeno in considerazione nelle mie opinioni, quanti di voi sanno ad esempio che la Copa del Rey e' stata appena vinta dall'Espanyol (a serio rischio retrocessione) ?


Beppe De Beppis

giovedì, aprile 20, 2006

Adriano come Emre, Arsenal prima finalista

Adriano ha gettato ancora fango sull'Inter. La smentita di via Durini e' stata doverosa quanto inutile : non ci ha creduto nessuno.
E' stato scritto che sembra di rivedere il film di Ronaldo, io dico che stiamo rivedendo il film di Emre.
L'unica cosa che hanno in comune Adriano e Ronaldo e' il fatto di essere attaccanti brasiliani, per il resto tra i due scorre un fiume di tecnica.
Emre era arrivato all'Inter nell'indifferenza generale, nell'ambito dei soliti parametri zero che infoltiscono le rose e aumentano il monte ingaggi.
Dopo qualche partita il "piccolo Belozoglu" aveva iniziato a lasciare i tifosi a bocca aperta, il folletto del centrocampo sembrava a tratti irresistibile, molti interisti si convinsero di aver trovato un campioncino e lo adottarono subito con un certo affetto.
Basto' poi qualche partita per svelare che si era dinanzi ad un nuovo bluff, un giocatore con qualche colpo di classe ma lontano parente del campione che per qualche tempo si pensava di aver scovato a zero lire. Oltre al danno del sempre piu' scarso rendimento si aggiunse poi la beffa comportamentale del giocatore : appena rientrava in Turchia iniziava a rilasciare interviste poco lusinghiere nei confronti della squadra milanese (ammiccando ai rivali del Milan, peccato imperdonabile per ogni interista che si rispetti). Si parlo di traduzioni tendenziose dal difficile idioma turco, macche'. Emre preparo' i bagagli e di lui non sapemmo piu' quasi nulla.
Lo stesso film sembra di riviverlo con Adriano. E' arrivato nell'anonimato ma ha subito acceso i cuori dei tifosi con un gran goal al Bernabeu, i tifosi interisti stavano cercando un attaccante che prendesse il vuoto lasciato dal tradimento di Ronaldo e in questo sogno di una notte di mezza estate sembrava che il destino gli avesse restituito cio' che gli era stato tolto : un centravanti brasiliano. Nasce sotto la buona stella la favola dell'Imperatore. Il giocatore ha un grandissimo tiro che per molto tempo ne nasconde le lacune, ma il desiderio di poter dimenticare cosi' in fretta Ronaldo e' accecante.
Adriano gioca una discreta stagione a Firenze e un grande Campionato a Parma, poi arriva all'Inter e gonfia le reti avversarie servendosi del suo marchio di fabbrica : il bolide di sinistro. Ma i mesi scorrono anche per lui e partita dopo partita sembra sempre piu' evidente che dietro il forte tiro ci sia ben poco, il giocatore ha chiari limiti tecnici e soprattutto caratteriali. La vita poco regolata non l'aiuta, il dubbio che anche lui sia un bluff appare sotto forma di moscerino, un moscerino che le mani nerazzurre schiacciano con decisione. Nel vaso di Pandora rimane ancora aggrappata la speranza di quella notte di mezza estate. Sono passati due anni e quel moscerino e' diventato un calabrone, un grosso insetto che inizia ad agitare un pungiglione che si fa sempre piu' velenoso. Adriano gia' in passato aveva ammiccato al Milan (proprio come il piccolo Belozoglu) e poi al Real Madrid, annoverato ritardi e presunte sbornie, sceso in campo con atteggiamento indisponente. Ieri la mazzata finale, quello sfogo (per la verita' gia' raccolto da Sky nele dopoderby) che sembra preludere a un nuovo check-in all'aereoporto internazionale della Malpensa. Del resto se il finale e' lo stesso del film di Emre, l'Inter ci avrebbe solo da guadagnare. Rotto un vaso se ne fa un altro. Staremo a vedere, l'Inter ha la grande occasione di dimostrare di esser euna societa' seria : cacciarlo.

Il Villareal ha perso, come ampiamente prevedibile, contro l'Arsenal. El submarino amarillo ha gia' fatto fin troppo, arrivare a questo punto e' stato un sogno. L'Arsenal e' quasi certa di essere la prima finalista e tutto sommato per il suo stadio sarebbe un gran bel funerale poter portare la Coppa dalle grandi orecchie in un cielo di Londra che quel giorno piangera' lacrime di malinconia. Ad aspettarlo molto probabilmente ci sara' il Barcelona. Gran bella sfida.

mercoledì, aprile 19, 2006

Il Milan ha perso, il Barça ha pareggiato.

Il Milan ha perso, il Barcelona ha pareggiato. Questa la sintesi perfetta della partita di ieri. Il Milan ha perso perche' giocava in casa e adesso e' costretto a fare almeno due gol al Camp Nou per passare il turno (anche nel caso si arrivasse ai rigori almeno uno deve entrare). Il Barcelona ha pareggiato perche' ieri avrebbe potuto chiudere la pratica, vincere con un paio di gol di scarto e comprare i biglietti aerei per Parigi. Invece dovra' attendere. Non capita tutti i giorni di trovarsi davanti ad un Milan con Kaka e Shevchenko contemporaneamente pessimi, Seedorf e Pirlo inguardabili e persino Gattuso meno cattivo del solito. L'imperdonabile errore del Barcelona e' stato quello di aprofittarne solo parzialmente, invece di perdere tempo allacciandosi i parastinchi, i giocatori catalani dovevano affondare questo brutto Milan, la brutta copia dello squadrone che ha fatto impazzire l'Europa negli ultimi 4 anni. Al ritorno per i rossoneri sara' dura ma se il Milan trovera' per primo un golletto, uno spunto di quel Pippo Inzaghi che tanto e' mancato ieri, allora gli equilibri cambieranno ed il Barça rimpiangera' di aver passeggiato in mezzo al campo quando invece poteva passeggiare sulla pancia di una squadra visibilmente alle corde.

Beppe De Beppis

Benvenuti

Piu' irriverente di Franco Rossi, piu' pungente di interisti.org, piu' solone di Tosatti, piu' sarcastico di Mauro Suma. Nasce "Il calciofilo" , un blog curato da Beppe De Beppis, un grandissimo conoscitore di questo splendido sport. Esperto del calcio nazionale, internazionale e del mercato, Beppe De Beppis ha alle spalle una lunga carriera di opinionista per i piu' prestigiosi gruppi di discussione italiani e spagnoli. Ci accompagnera' quotidianamente con le sue intuizioni e previsioni su un argomento che tanto divide gli italiani. Buona permanenza a tutti ed un ringraziamento a Beppe De Beppis per aver accettato di partecipare a questo progetto.

Dozio Brigantelli
direttore editoriale