I tifosi del Barcelona sono sempre stati molto vicino alla squadra. Cosi' entusiasti che un tempo, pur di godersi la partita, si siedevano a penzoloni sul parapetto dello stadio. Avete presente le fotografie degli operai a cavalcioni sui ferri della Tour Eiffel? O i muratori in pausa pranzo su travi in cima ai grattacieli americani? Immaginatevi la stessa scena in uno stadio. Tifosi sgranocchiare "pipas" e bere birra, sciarpa azulgrana al collo, grida nel piu' stretto catalano. Ci immaginiamo le loro mani stringere il muretto e il loro torace proteso in avanti verso il campo, teso e vibrante in direzione del pallone. Da sotto, dal marciapiede dello stadio, da dietro quei tifosi, l'immagine era ancor piu' da cartolina in bianco e nero : sul parapetto delle tribune si vedeva una fila di sederi scoperti. Nacque cosi' l'appellativo "cule'", con cui ancora oggi vengono identificati i tifosi del Barcelona. Un po' come l'analogo "gobbi" che si usa per gli juventini, la differenza e' che se i gobbi erano i giocatori (a causa di uno strano gioco di pieghe delle magliette in dotazione), i cule' erano proprio i tifosi.
La stagione '98-'99 e' il primo spartiacque : il Barcelona vince la Liga e Madrid sogna di tornare il Grande Real delle 5 Coppe Campioni consecutive. Per un progetto ambizioso ci vuole un condottiero ambizioso, Lorenzo Sanz non va piu' bene. Le elezioni societarie le vince Florentino Perez e il suo asso nella manica e' un colpaccio inimmaginabile; non solo un acquisto eccezionale ma addirittura uno sfregio nei confronti dei rivali di sempre del Barça : l'acquisto di Luis Figo. Il portoghese giocava da cinque anni nel Barcelona ed era il simbolo di una squadra e di una citta', un grande campione che si diceva legatissimo al suo club. In realta' aveva gia' firmato l'anno due anni prima con ben due club italiani (Parma e Juventus) e flirtato con il Milan del Capello bis. Delle ombre fastidiose che comunque mai avrebbero fatto pensare alla piu' grave delle infamie di cui puo' macchiarsi un giocatore del Barca : passare al Real Madrid. Tra Perez e Figo e' gia' tutto fatto, se Florentino vince il portoghese lo raggiunge. Cosi' avviene e Luis Figo diventa il secondo pezzo pregiato della presidenza Perez, il primo gia' era in casa, si chiamava Raul ed era cresciuto nelle giovanili dell'altro storico rivale : l'Atletico Madrid. Un ex barcelonista e un ex colchonero, curioso iniziare da loro due per ridare un'immagine al Madrid. Anno dopo anno inizia la poltica dei "galacticos", il Real Madrid deve diventare la squadra piu' forte e conosciuta al mondo e per far questo ogni anno bisogna comprare il calciatore piu' forte sulla piazza. Piu' il progetto va avanti e piu' e' facile comprare i giocatori, il richiamo di far parte dei galacticos e' troppo forte anche per insospettabili ritenuti incedibili dal club di appartenenza. Cosi' arrivano Zidane e Ronaldo. Il meglio. Il Madrid trionfa in Europa e nella Liga, organizza trasferte con gettoni milionari e ogni sponsorizzazione e' una miniera d'oro. Dopo i primi tre anni Florentino viene divorato dal suo stesso sogno, le sue ambizioni lo spingono a scelte piu' mediatiche che tecniche. I giocatori sembrano star hollywoodiane, la stampa esalta le loro gesta, le classifiche di vendita delle magliette diventano piu' importante delle classifiche che interessano ai tifosi, quelle sportive. A Florentino interessa ormai solo far parlare di se', i difensori non vendono e non fanno sognare, ci vuole chi segna e dribbla, chi fa sognare i tifosi diventa piu' importante di chi puo' far vincere la squadra. Ci vorrebbe un difensore ma arriva David Beckam, un tipo da copertina che e' solo il tassello mancante in quel puzzle di denaro. Riflettori, moda, magliette, spot, fama : l'universo galacticos ne e' goloso, troppo. E infatti implode. Quando arriva Beckam siamo nel 2003 e Gaspart lo stesso anno ha lasciato la presidenza del Barca ed un ambiente che si andava rassegnando a vedere i rivali dominare, ci vuole una scossa e si spera che a darla sia il nuovo presidente. I candidati alla successione di Gaspart sono sei, i piu' accreditati Lluìs Bassat e Joan Laporta. Bisogna accattivarsi i tifosi con una promessa simile a quella che permise a Perez di conquistare Madrid, bisogna promettere un colpaccio. Laporta ha in mente un nome : David Beckam. Sbandiera alla stampa che ha gia' in mano il suo impegno scritto ma Perez controbatte che l'inglese sara' suo. Uno dei due mente ma Laporta vince le elezioni. E' il 15 Giugno 2003. Un'altra data da ricordare, un altro spartiacque nella storia recente del calcio spagnolo. L'avventura inizia male : David Beckam firma per il Madrid, il prestigio e il richiamo dei galacticos sono superiori alla prospettiva di approdare in una squadra che e' tutto un punto interrogativo. Laporta deve rimediare al piu' presto, deve trovare qualcuno su cui ripiegare che possa sostituire Beckam e calmare i tifosi cule'. Il ripiego arriva dalla Francia, gioca nel PSG e ha un viso da cartone animato : si chiama Ronaldinho, ne parlano un gran bene ma non ha ancora dimostrato cosa vale realmente. Il progetto ha cosi' inizio, anche qui si parte dalla seconda mattonella, la prima c'e' gia' ed e' il capitano (come lo era Raul per Perez) ma in questo caso senza strani trascorsi : e' Carles Puyol, catalano doc , cresciuto nel Barcelona e legato visceralmente alla sua terra. Un Totti catalano, per intenderci. Quella stagione vincera' il Valencia ma qualcosa sta cambiando. Siamo nel Marzo 2004 e la Spagna e' sconvolta dagli attentati terroristici a Madrid, qualche girono dopo ci sono le elezioni e Zapatero viene eletto e succede ad Aznar.
Jose Maria Aznar del PP (centrodestra) e' un grande tifoso del Real Madrid, Jose' Luis Zapatero del PSOE (centrosinistra) e' invece un cule' sfegatato. Anche al governo c'e' il cambio di testimone. In estate il Barcelona si vendichera' a distanza di tempo del caso Figo; Samuel Eto'o e' di proprieta' del Real Madrid ma e' stato mandato a giocare nel Mallorca. L'attaccante africano si mette in luce e torna immediatamente di moda negli ambienti del Madrid, il suo contratto e' pero in scadenza e lui si rifiuta di rinnovarlo. Non ha digerito l'essere stato scaricato e mandato al Mallorca e ha punito il vecchio club firmando con il Barça.Il Barcelona non si ferma e dal Porto neo-campione d'Europa arriva un'altra stella, Deco. Laporta sta seguendo le orme di Perez ma con piu' intelligenza, ai riflettori preferisce la composizione di una rosa coerente e forte in ogni reparto. Florentino invece compra l'ennesimo pallone d'oro, l'ennesimo attaccante inutile : Michael Owen. I risultati arrivano e finalmente la Liga 2004-05 e' di marca azulgrana. I catalani vincono proprio davanti al Madrid e la beffa peggiore arrivera' da quell'Eto'o (secondo cannoniere dietro al pichichi Forlan) che oltre ad aver trascinato i suoi a suon di gol, prende in mano un megafono e come un capopopolo intona un coro sotto la curva del Barça : "Madrid Cabron, saluda el campeon". Il Madrid si sfalda allenatore dopo allenatore, arrivano Luxemburgo, Sacchi, Samuel, Robinho, Cassano : tutti un fallimento. Figo e' andato all'Inter, Zidane e Roberto Carlos fanno i conti col tempo, Ronaldo si becca con i suoi stessi tifosi : la grande epoca dei galacticos si chiude. Il Barcelona senza spendere un euro ha invece tra le mani il campione del futuro, Lionel Messi.Il Madrid viene eliminato dalla CL prima dalla Juve e poi dall'Arsenal, in classifica sono di nuovo dietro al Barcelona e soprattutto il futuro non lascia presagire nulla di nuovo, la scarsa programmazione di Perez viene al pettine. Gli avversari di sempre intanto dominano la Liga , li umiliano nella "Clasica" (standing ovation dei tifosi del Madrid all'ex ripiego Ronaldinho) e sono considerati i piu' probabili vincitori della CL. Anche il pallone d'oro che sembrava affare blanco si tinge improvvisamente di azulgrana, lo vince Ronaldinho, il nuovo simbolo di una squadra che diverte e si diverte. Il Madrid i palloni d'oro li comprava, il Barça se lo e' fatto in casa : un altro indizio di due modi differenti di gestire una squadra. Quando la Liga e' ormai sicura per il secondo anno di fila, a Laporta manca solo un traguardo per completare il suo successo : la Champions League. Il traguardo e' sempre piu' vicino, la sorte ha regalato una semifinale tra i due club piu' spettacolari d'Europa : loro ed il Milan. Il Milan sembra l'ultimo ostacolo serio prima dell'arrivo, l'ultima curva prima della conquista dell'Europa e della definitiva consapevolezza di aver sostituito il Madrid nell'immaginario collettivo. Quello che prima veniva invidiato agli altri adesso potrebbe essere loro, dei cule'.
Stasera saranno tutti li', idealmente con il sedere scoperto in direzione dei Figo e dei Beckam del passato, dei Perez e dei madridisti di inizio millenio. Eto'o ha una gran voglia di riprendere in mano quel megafono, Carlo Ancelotti (probabile futuro allenatore proprio del Madrid) ha il compito di strapparglielo dalle mani. Se ce la fara' lo vedremo tra poche ore, quel che e' sicuro e' che proprio come Aznar, un altro presidente tifoso dei rivali (per usare un eufemismo) ha appena perso le elezioni. Anche lui e' di centrodestra. Sono presagi anche questi nel mondo cule'.
Errata Corrige : Mi e' stato segnalato un errore nell'articolo di ieri: nel calcolo dell'eta' media dei giocatori dell'Inter ho preso in considerazione Mihajlovic al posto di Burdisso (ha piu' presenze). Rifacendo i calcoli viene per l'Inte run'eta' media di 29,5 anni, quindi inferiore di un anno e mezzo a quella del Milan. Me ne scuso con i lettori e ringrazio Sebastian per la segnalazione.